Cosa chiediamo quando entriamo in un parco urbano? Molto probabilmente chiediamo qualcosa di diverso rispetto a quello che si trova “fuori” dal parco.
Se fuori troviamo il rumore del traffico e della vita in generale, dentro vorremmo trovare il silenzio.
Dobbiamo lasciare che la natura parli da sé: nel momento in cui aggiungiamo artifici (gonfiabili, musica, commerci vari) la sua voce è persa, coperta dal solito rumore che caratterizza il nostro quotidiano. E con quella è persa anche l’opportunità di ascoltare - e ascoltarci - che ci offre l’incontro con la natura, persino una natura addomesticata di un parco urbano a due passi da casa.
Se fuori siamo impegnati nelle attività quotidiane di lavoratori/consumatori, dentro vorremmo essere esonerati dagli stimoli all’acquisto e dall’obbligo di fare per forza qualcosa. La possibilità di sederci su una panchina o su un prato, di godere del sole o dell’ombra a seconda della stagione e della temperatura, leggere un giornale, un libro, passeggiare, godere di una pausa pranzo all’aria aperta: sono tutte opportunità che ci offre un parco urbano. I bambini possono godere di uno spazio all’aperto, protetto e allo stesso tempo avventuroso perché quando si è bambini anche un piccolo parco diventa un bosco.
La legge riconosce questa necessità e la tutela con apposite normative inderogabili sul verde pubblico.
Questo era quello che ci offriva il Parco Parri prima di questa gestione, questo è quello che ci è stato tolto.
Se confrontiamo le foto del Parco Parri prima di questa gestione Caroleo con il suo stato attuale, è palese il degrado su tutti i fronti: manto erboso completamente perduto in molte aree, un senso di abbandono, di sporcizia e di confusione; alberi abbattuti, mal potati, arbusti sradicati, irrigazione inesistente oppure allagamenti di zone con conseguente spreco enorme di acqua, addirittura animali morti e a lungo abbandonati con potenziale diffusione di malattie. Sono arrivati al punto di coprire alcune aree con dei bisunti tappeti artificiali, perché oramai la sabbia ha preso il posto dell’erba.
La Delibera Comunale del 1° aprile 2015 con la quale è stata stipulata la convenzione con la ditta individuale Caroleo Anna aveva il seguente oggetto: “Progetto di utilizzo/riqualificazione PARCO FERRUCCIO PARRI sottoposto a condizione”.
Fra le varie condizioni, pena la perdita della concessione se non rispettate, vi è la seguente: “E’ facoltà della Ditta variare la programmazione dei giorni e tempi di esercizio degli impianti di irrigazione in relazione alle attività che si svolgeranno all’interno del parco, a condizione che il tappeto erboso sia sempre in perfetto stato e irrigato secondo necessità.” Questa è una delle condizioni palesemente meno rispettate in assoluto.
Oltre alla perdita del manto erboso e quanto sopra evidenziato vi è da segnalare quella che è stata la gestione autonoma degli orari di apertura del parco: gli orari affissi dal Comune dicevano che il parco, nella bella stagione, chiudeva alle ore 22, permettendo ai cittadini di godere del fresco in una città così carente di aree verdi e con estati sempre più afose. Nella convenzione, il rispetto degli orari comunali di apertura e chiusura è fra gli obblighi da rispettare ma la Ditta Caroleo ha deciso autonomamente, da un certo punto in poi, di chiudere il parco alle ore 19 perché era quello l’orario in cui si chiudeva il bar. Il privato se non incassa non si preoccupa del bene comune. Per maggiore sgarbo ai cittadini e al (peraltro consenziente) Comune, “ore 22” sul cartello di ingresso è stato grossolanamente cancellato.
La convenzione si risolve di diritto per inadempienza anche solo di uno degli obblighi.
Qui ne abbiamo già almeno due che sono andati disattesi.
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