"Quale futuro urbanistico per Vigevano? “Vigevano città d’arte, bella e vivibile o città dormitorio?”
Un estratto dalle riflessioni dell'arch. Luciano Saino
Prima parte - Considerazioni generali
La presenza di verde pubblico nelle città è un elemento determinante per la qualità della vita dei residenti, ovvero per il loro benessere psico-fisico.Questo non è un punto di vista discrezionale, che può variare a seconda della sensibilità di ognuno di noi, ma una certezza, confermata da tutte le leggi urbanistiche pubblicate dal 1968 in poi, siano esse di emanazione statale che regionale.
Il verde pubblico è inoltre uno "standard urbanistico", inteso come quota minima di spazio pubblico a sostegno di tutti gli insediamenti urbani, in misura diversa a seconda delle funzioni cui si riferisce: residenza, produzione, commercio, ecc.
Fare una ricerca sulla quantificazione del verde nella propria città significa dunque affrontare un problema importante per la vivibilità della città stessa che comprende salute, paesaggio urbano ed uso del tempo libero, questioni che interessano tutti i cittadini di ogni età e ceto sociale.
Il verde pubblico è anche un "servizio" a tutti gli effetti ed in quanto tale deve essere attentamente preso in considerazione, sia in termini quantitativi che qualitativi, dal Piano dei servizi che è una delle tre componenti essenziali del Piano di governo del territorio, strumento di pianificazione urbanistica di cui ogni comune deve obbligatoriamente dotarsi.
Nel corso degli anni le prescrizioni legislative di mq. di superficie a verde per ogni cittadino da prevedere negli strumenti di pianificazione sono più volte cambiate al punto che, solo facendo riferimento alle leggi urbanistiche della Regione Lombardia, si è passati da 15 mq. di verde pubblico minimo, obbligatorio per ogni abitante (previsti dalla vecchia l.r.51 del 1975) ad un numero imprecisato di mq. all'Interno di una dotazione complessiva minima di 18 mq. per abitante della vigente Legge per il governo del territorio n. 12 del 2005, comprendendo nella quota (appunto 18 mq./abitante) parcheggi pubblici, aree per l'istruzione, aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, pubblici servizi ecc.
Una riduzione drastica, grave ed immotivata con cui amministratori ed urbanisti devono convivere, anche se nessuno impedisce loro di fare di meglio.
Essendo scomparso nella norma regionale un numero preciso per ogni tipologia di spazio pubblico in dotazione agli insediamenti, si è aperto un dibattito tecnico-culturale sulla consistenza del verde pubblico nei Piani urbanistici, dal quale è emerso con certezza che la quota ottimale in dotazione agli insediamenti residenziali debba essere orientativamente intorno ai 9 mq./abitante e, comunque, mai inferiore a 6 mq./abitante. Questa è anche la dotazione che risulta dal Piano dei servizi per la città di Vigevano, approvato nel 2005 e successivamente adeguato secondo le nuove norme nel 2010.
Il Piano indica infatti l'esistenza di mq. 426.928 di aree a verde pubblico distribuite su tutto il territorio urbano di Vigevano a fronte di una popolazione teorica totale prevista dal PGT di 67.132 abitanti. Il rapporto tra 426.928 e 67.132 è uguale a mq. 6,36 e, di conseguenza, almeno nelle previsioni, tutto sembrerebbe tornare.
[ma, come risulta dalle slide successive, questa affermazione è falsa, ndr]
- Qualità (cioè non vanno tenuti in considerazione servizi "finti" o solo indicati sulla carta),
- Accessibilità (il servizio deve essere ubicato in modo da garantire facilmente l'accesso ai cittadini),
- Fruibilità (il servizio deve possedere livelli reali di utilizzo).
Va infine considerato che per "verde pubblico" si intende non solo l'insieme di aree più o meno attrezzate per gli scopi descritti ma anche le cosiddette "reti ecologiche". Vale a dire segmenti di territorio con caratteristiche naturali o paranaturali in grado di conservare ed incrementare le caratteristiche ecologiche di un contesto, che consentono un collegamento fisico fra zone di eccellenza naturalistica (ad esempio i parchi come quello del Ticino ) anche nell'attraversamento di aree fortemente antropizzate. Una rete che, da un lato, svolge la funzione di rafforzare il potenziale ecologico di contesti ad elevata o buona naturalità, scongiurando il loro isolamento e che, dall'altro, consente il mantenimento di funzioni biologiche, animali e vegetali, anche all'Interno di aree completamente artificializzate come sono le città. Tutto questo costituisce il cosiddetto "sviluppo sostenibile" di un insediamento urbano sul quale, a parole, tutti convengono.
segue: La situazione a Vigevano
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